lunedì 2 agosto 2010

Un libro per chi sta in coda



I torinesi promuovono gli uffici dell’Anagrafe, «ma le attese sono ancora troppo lunghe»
ANDREA ROSSI (La Stampa, 02/08/2010)

TORINO
È vero, gli insoddisfatti non sono molti, uno su sette. Però quasi tutti denunciano lo stesso vizio: all’anagrafe c’è troppo da aspettare, le code a volte sono sterminate, e capita di dover tornare in più occasioni per la stessa pratica. L’ultima beffa, tanto per cambiare, arriva da Roma, dove recenti leggi - vedi il documento per l’espatrio dei minori, la cui validità da quinquennale è diventata annuale - impediranno di snellire le procedure e ridurre le attese.

«Senza contare l’ormai consolidata carenza di personale», fanno notare gli uffici. Ecco perché, aspettando tempi migliori, l’assessore all’Anagrafe Giovanni Maria Ferraris ha deciso di installare mini-biblioteche dentro gli uffici presi d’assalto dai torinesi. «In autunno vorremmo lanciare un servizio di prestito libri per il pubblico in coda agli sportelli, così da rendere più rilassante, e con una nota culturale, l’attesa». Una piccola - ma forse preziosa - consolazione per quei torinesi (non molti per fortuna) imbufaliti dopo ore di coda. Già, perché a leggere i loro giudizi la situazione delle anagrafi della città sembra tutt’altro che disastrosa, anzi.

Il ministro della Pubblica amministrazione Brunetta - che ne ha fatto una battaglia quasi personale - sarà contento. Il city manager Vaciago, un altro sergente di ferro con l’ossessione della produttività dei dipendenti pubblici, anche. Quanto all’assessore Ferraris, ieri gongolava scorrendo i dati che dimostrano il livello di soddisfazione dei cittadini. Torino è stata una delle prime città a introdurre la valutazione dei servizi pubblici con il sistema degli emoticon lanciato da Brunetta nella primavera del 2009. Tre faccine: verde, per indicare che si è rimasti soddisfatti; giallo, per dire che si poteva fare meglio; rosso, un disastro.

A un anno dal via a Palazzo Civico hanno tirato le prime somme: tra il primo giugno del 2009 e il 31 maggio di quest’anno negli uffici dell’anagrafe si sono presentati 110 mila torinesi e 48 mila hanno valutato il servizio ricevuto. Di questi il 73 per cento si è detto molto soddisfatto, l’11 mediamente soddisfatto e il 16 insoddisfatto. A giugno 2010 è andata ancora meglio: 57 mila cittadini e 18 mila giudizi, ma stavolta i soddisfatti sono stati il 76 per cento mentre i delusi sono scesi al 14 per cento. «Questi dati sono motivo di soddisfazione per me e per le persone che lavorano negli uffici. In questi giorni ho effettuato sopralluoghi, anche in incognito, soprattutto nelle anagrafi decentrate, e ho visto che il servizio offerto è di livello più che soddisfacente e molto professionale».

Perché i torinesi siano soddisfatti non è dato sapere, la legge non lo prevede. Altra storia per chi ha pigiato il dito sulla faccina rossa: ha dovuto spiegare cosa non va. Per il 40 per cento - si è già detto - l’attesa è troppo lunga, il 37 trova insopportabile non poter chiudere la pratica in un giorno ed essere costretto a tornare, il 24% denuncia la scarsa professionalità degli impiegati. «Ci servirà per migliorare il servizio», conclude Ferraris, «e rimediare alle carenze il più velocemente possibile».

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