MA SIA LUCIDA DA FAR MALE. NOBEL A ROMA PER FESTIVAL LETTERATURE (di Mauretta Capuano). (ANSA) - ROMA, 15 GIU - La scrittrice romeno tedesca Herta Muller, Nobel 2009 per la Letteratura, e' stata pedinata, aggredita e ha subito tanti interrogatori per essersi rifiutata di collaborare con i servizi segreti del regime comunista di Bucarest, ma non ha mai usato la scrittura come un'arma contro le dittature.'Non ho mai voluto - racconta - fare opposizione con la mia scrittura. Mi sono opposta personalmente. Mi rendevo conto del male che veniva fatto alle persone che mi circondavano dal clan dei governanti ignoranti e stupidi. Provavo rabbia e dolore ma sapevo che con la mia scrittura non avrei potuto destituire Ceausescu. Se il potere dall'alto e' corrotto, si corrompe anche dal basso'.A Roma per il Festival Letterature di Massenzio dove domani leggera' l'inedito 'Il parrucchiere, i capelli e il re', la Muller spiega che 'la letteratura non e' ne' buona ne' cattiva, ha una possibilita' di fare qualcosa solo quando e' autentica.La scrittura deve luccicare cosi' tanto da far male'.Per l'autrice de 'L'altalena del respiro' (Feltrinelli), uscito da poco in Italia nella traduzione di Margherita Carbonaro, in cui viene raccontata la deportazione della minoranza tedesca romena nei campi di lavoro forzato dell'Ucraina, 'la scrittura riflette cio' che siamo e abbiamo vissuto ma, e' difficile capire perche' facciamo certe cose e in un certo modo, si sconfina nella psicologia che non trovo molto affidabile. Se uno psicologo mi spiegasse perche' scrivo in un determinato modo non ci crederei. Scrivo cosi' perche' non potrei fare altrimenti'.Profonda e attenta ai dettagli, come la sua scrittura, la Muller, 57 anni, guarda il mondo con gli occhi di una persona che ha visto il male. 'Capita sempre nella vita - dice - che accadano cose inspiegabili che con il passare del tempo si comprendono'. E' cosi' per i capelli, a cui fa riferimento nell'inedito che leggera' a Massenzio. 'Nel campo di mio nonno, soldato nella prima guerra mondiale, c'era un parrucchiere che lo ha aiutato a farsi ricrescere i capelli con un succo di foglie pressate. Il parrucchiere era un giocatore di scacchi e mio nonno per ricompensarlo ha intarsiato delle figure, fra cui il re degli scacchi che sarebbe diventato il primo re della mia vita al ritorno del nonno, dopo la prigionia. In citta' c'era la dittatura e io potevo giocare con gli scacchi. Il re era storto, traballante, sembrava si inchinasse sulla scacchiera. Anche il nostro dittatore era traballante, brutto'. Durante uno dei tanti interrogatori in Romania, invece, 'e' capitato che avevo un capello sulla spalla e la persona che mi interrogava lo ha preso e gettato a terra un po' schifata. Ho detto subito: rimetti il capello dov'era, e' mio'. Scrivere in tedesco per la Muller, originaria del Banato romeno, non e' stata una forma di liberta'. 'Il tedesco e' la mia madre lingua. Ho imparato il romeno a 15 anni, lo considero una lingua straniera'. Ora non sta scrivendo e 'se stessi lavorando a qualcosa non ve lo direi' conclude. Intanto, a settembre escono per Feltrinelli gli introvabili racconti della Muller, 'Bassure', usciti in Italia per Editori Riuniti nel 1987.
mercoledì 16 giugno 2010
LIBRI:HERTA MULLER,SCRITTURA NON E' ARMA CONTRO POTERE/ANSA
MA SIA LUCIDA DA FAR MALE. NOBEL A ROMA PER FESTIVAL LETTERATURE (di Mauretta Capuano). (ANSA) - ROMA, 15 GIU - La scrittrice romeno tedesca Herta Muller, Nobel 2009 per la Letteratura, e' stata pedinata, aggredita e ha subito tanti interrogatori per essersi rifiutata di collaborare con i servizi segreti del regime comunista di Bucarest, ma non ha mai usato la scrittura come un'arma contro le dittature.'Non ho mai voluto - racconta - fare opposizione con la mia scrittura. Mi sono opposta personalmente. Mi rendevo conto del male che veniva fatto alle persone che mi circondavano dal clan dei governanti ignoranti e stupidi. Provavo rabbia e dolore ma sapevo che con la mia scrittura non avrei potuto destituire Ceausescu. Se il potere dall'alto e' corrotto, si corrompe anche dal basso'.A Roma per il Festival Letterature di Massenzio dove domani leggera' l'inedito 'Il parrucchiere, i capelli e il re', la Muller spiega che 'la letteratura non e' ne' buona ne' cattiva, ha una possibilita' di fare qualcosa solo quando e' autentica.La scrittura deve luccicare cosi' tanto da far male'.Per l'autrice de 'L'altalena del respiro' (Feltrinelli), uscito da poco in Italia nella traduzione di Margherita Carbonaro, in cui viene raccontata la deportazione della minoranza tedesca romena nei campi di lavoro forzato dell'Ucraina, 'la scrittura riflette cio' che siamo e abbiamo vissuto ma, e' difficile capire perche' facciamo certe cose e in un certo modo, si sconfina nella psicologia che non trovo molto affidabile. Se uno psicologo mi spiegasse perche' scrivo in un determinato modo non ci crederei. Scrivo cosi' perche' non potrei fare altrimenti'.Profonda e attenta ai dettagli, come la sua scrittura, la Muller, 57 anni, guarda il mondo con gli occhi di una persona che ha visto il male. 'Capita sempre nella vita - dice - che accadano cose inspiegabili che con il passare del tempo si comprendono'. E' cosi' per i capelli, a cui fa riferimento nell'inedito che leggera' a Massenzio. 'Nel campo di mio nonno, soldato nella prima guerra mondiale, c'era un parrucchiere che lo ha aiutato a farsi ricrescere i capelli con un succo di foglie pressate. Il parrucchiere era un giocatore di scacchi e mio nonno per ricompensarlo ha intarsiato delle figure, fra cui il re degli scacchi che sarebbe diventato il primo re della mia vita al ritorno del nonno, dopo la prigionia. In citta' c'era la dittatura e io potevo giocare con gli scacchi. Il re era storto, traballante, sembrava si inchinasse sulla scacchiera. Anche il nostro dittatore era traballante, brutto'. Durante uno dei tanti interrogatori in Romania, invece, 'e' capitato che avevo un capello sulla spalla e la persona che mi interrogava lo ha preso e gettato a terra un po' schifata. Ho detto subito: rimetti il capello dov'era, e' mio'. Scrivere in tedesco per la Muller, originaria del Banato romeno, non e' stata una forma di liberta'. 'Il tedesco e' la mia madre lingua. Ho imparato il romeno a 15 anni, lo considero una lingua straniera'. Ora non sta scrivendo e 'se stessi lavorando a qualcosa non ve lo direi' conclude. Intanto, a settembre escono per Feltrinelli gli introvabili racconti della Muller, 'Bassure', usciti in Italia per Editori Riuniti nel 1987.
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